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Oggi 24 gennaio 2023 è la giornata mondiale dell’educazione, e vogliamo cogliere questo momento per approfondire uno dei tanti aspetti quelli che la riguardano: quello della prevenzione.
Imparare a prevenire, seguendo modelli di comportamento sani e consapevoli, costituisce infatti la base per uno stato di salute ottimale.
Ciò non riguarda esclusivamente le cosiddette “fasce deboli”, come bambini e anziani, ma soprattutto i giovani, ancora sensibili alle dinamiche e alle paure di non molto tempo fa. Si pensi per esempio alle malattie Non Trasmissibili, come neoplasie, malattie cardiovascolari e metaboliche, derivate da uno squilibrio dell’organismo che nel tempo può diventare cronico.
Il 2023 è iniziato, e come spesso accade ci si trova a dover fare i conti con nuovi progetti, idee, e propositi per l’anno nuovo. Questo riguarda in particolar modo gli studenti vicini alla maturità, usciti a fatica da un periodo complesso come quello del covid, che ha minato il loro già delicato equilibrio tra studio e vita sociale.
La capacità di concentrarsi, di portare a termine i compiti e di seguire attivamente una serie di hobby all’aria aperta, è tutt’altro che scontata. Richiede infatti motivazione, capacità di concentrazione, e un metodo fondato su regole e abitudini sane. Tutte cose difficili da riscontrare tra gli studenti di oggi, spesso disorientati dai media e schiacciati dalle pressioni scolastiche e sociali.
Roma, anno 91 a.C.
Oltre un secolo dopo la venuta di Arcaghaturs nell’Urbe, a Roma giunge un altro medico greco: Asclepiade. Originario della Bitinia, regione turca sullo stretto dei Dardanelli, aveva studiato prima ad Atene e poi ad Alessandria.
La sua presenza nella capitale si fa tradizionalmente coincidere con la nascita e lo sviluppo delle prime scuole di Medicina, che si imposero durante l’intero periodo imperiale.
Prima di quel momento, l’esercizio della pratica medica aveva attraversato un lungo periodo di transizione, in cui gli stessi curatori erano perlopiù schiavi o liberti ed erano costretti ad esercitare la professione nelle “tabernae medicorum”. Si trattava di spazi angusti, perlopiù adatti alle attività di artigianato, dove però venivano confezionati e venduti i medicamenti, come nelle moderne farmacie.
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